Tutti tranne te, la recensione | Shakespeare in chiave romcom

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Una scena di Tutti tranne te - Fonte Foto: Ufficio stampa

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Una scena di Tutti tranne te – Fonte Foto: Ufficio stampa

Dal 22 gennaio al cinema, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures, Tutti tranne te è la nuova commedia romantica firmata da Will Gluck, con Glen Powell e Sydney Sweeney.

Tutti tranne te: Shakespeare in chiave romcom | La recensione
3.3 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

A meno di un mese di distanza da San Valentino, sbarca nelle sale italiane la classica romcom perfetta per l’occasione. Tutti tranne te vanta tutti gli elementi caratteristici del genere, arricchendo la narrazione con qualche chicca, sparsa qui e là, e con la presenza di due giovani star in ascesa.

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Glen Powell e Sydney Sweeney in Tutti tranne te – Fonte Foto: Ufficio stampa

Celebre per il ruolo di Cassie Howard nella serie di successo EuphoriaSydney Sweeney interpreta una moderna Bridget Jones: tanto goffa quanto affascinante, la sua Bea sembra donare una vera e propria luce alla pellicola. D’altro canto, al suo fianco viene scelto Glen Powell, uno degli attori più in voga degli ultimi tempi. Dopo l’apparizione (indimenticabile) in Top Gun: Maverick, eccolo nelle vesti di un “donnaiolo” dal cuore d’oro.

Will Gluck, a qualche anno dal suo ultimo lavoro (Peter Rabbit 2), torna dietro la macchina da presa e confeziona una divertente commedia romantica, dal tocco classico ma non noioso. Complici le splendide location australiane, l’affiatamento tra gli interpreti e una sceneggiatura briosa – scritta a quattro mani dallo stesso Gluck, insieme a Ilana Wolpert – Tutti tranne te diverte nel modo più sano di intendere.

Liberamente ispirato a quel capolavoro di William ShakespeareMolto rumore per nulla (di cui è possibile ritrovare qualche sfiziosa citazione), il film può contare anche sulla partecipazione di attori del calibro di Dermot MulroneyRachel Griffiths Michelle Hurd.

Tutti tranne te | La trama del nuovo film firmato da Will Gluck

Una mattina come tante, all’interno di uno Starbucks affollato e rumoroso, Bea (Sweeney) e Ben (Powell) si imbattono l’una nell’altro. Il loro incontro risulta tanto casuale quanto fatale. Lei ha bisogno del bagno ma la fila è davvero troppo lunga per resistere, lui carpisce il momento e si offre di aiutarla. Da quel momento in poi, per un’intera giornata (con tanto di notte), Bea e Ben non si separano più.

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Chiacchiere, confidenze, allusioni, anticipano le tanto attese (e scontate) coccole. Ma la mattina dopo l’incantesimo si spezza: per colpa di un malinteso e di una qualche intrinseca paura, i due finiscono per odiarsi. Quando, però, saranno costretti a trascorrere dei giorni insieme, per via del matrimonio di due persone a loro care, le cose diventeranno piuttosto complicate per tutti.

Poca originalità ma tanta bellezza

Tutti tranne te

non brilla per l’originalità della storia, quanto invece per la composizione dell’intero quadro. Colori accesi, vivacissimi, resi ancora più intensi dalla fotografia (di Danny Ruhlmann), caratterizzano ogni centimetro della pellicola. La bellezza offerta dall’Australia e dai suoi luoghi fa il paio con quella degli interpreti, su cui ovviamente si punta.

Powell e la Sweeney formano una coppia perfetta, bravi a giocare anche in maniera autoironica e a mettersi al servizio dei rispettivi personaggi. Tra gag e battute intelligenti, la storia tocca i soliti argomenti, che non sono però mai da banalizzare: il peso delle aspettative, le ferite del passato, l’amore a prima vita. Candidato ai GLAAD (Gay Lesbian Alliance Against Defamation) Media Award e ai People’s Choice Award, il film mette in scena qualcosa di leggero e di piacevole, suggellato da un’ottima colonna sonora.

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