Dal 24 novembre 2022 al cinema, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, Una voce fuori dal coro segna il debutto al lungometraggio per Yohan Manca. Un’opera prima delicata ed emozionante, libero adattamento di una piece teatrale risalente all’adolescenza del regista, incentrata sulla storia di quattro fratelli, durante un’estate.
Leggi anche: Slumberland | Un irresistibile Jason Momoa nel regno dei sogni
Una voce fuori dal coro | La trama
Nour (Maël Rouin Berrandou) è un quattordicenne come tanti, pieno di energia e di speranza nel futuro. Nella sua quotidianità, però, deve fare i conti con la malattia della madre, della quale si prendono cura lui e i tre fratelli maggiori. Abdel (Dali Benssalah, già apprezzato in Athena) appare il più severo, ma semplicemente perché ha assunto il ruolo di capo famiglia. E non sono poche le responsabilità, che gravano sulle sue giovani spalle.
Hedi (Moncef Farfar) e Mo (Sofian Khammes) danno una mano come possono, sebbene, in fondo, ci tengano troppo a divertirsi e a spassarsela. Nel complesso, ciascuno di loro contribuisce a portare qualcosa a casa e in tavola, mentre lo zio vorrebbe portare via la sorella, convinto che i ragazzi la spingano verso l’inevitabile fine.
Un giorno, inaspettatamente, Nour si imbatte in una lezione di canto, lasciandosi coinvolgere dalla musica di Luciano Pavarotti, di cui è un grande estimatore, e dagli insegnamenti di Sarah (Judith Chemla). Sarà così che le cose, in qualche modo, cambieranno per tutta la famiglia.
Da Cannes, una nuova promessa del cinema francese
Presentato al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, Una voce fuori dal coro (in originale Mes frères et moi) vanta numerosi elementi, che lo rendono alquanto pregevole e non dimenticabile. Una tipica scena estiva introduce lo spettatore nella storia e nel mood: in spiaggia, sotto il sole cocente, si sta svolgendo una partita di pallone.
La voce fuori campo di Nour presenta se stesso e i suoi fratelli, descrivendo la realtà nella quale vivono. La musica, fondamentale su tutti i livelli, accompagna le immagini che scorrono sullo schermo, donando loro una connotazione precisa. Gli umori ei sentimenti vengono, in tal modo, sostenuti, arricchiti e suggeriti dalle canzoni della colonna sonora.
Il giovane cineasta francese, classe 1989, ha le idee ben chiare e sa come metterle in mostra. Forte dell’esperienza da cui nasce il suo primo lungometraggio, Manca sembra svelarsi, strato dopo strato, attraverso le vicende e le figure dei protagonisti.
Storie di famiglia e di canto
Ciascuno di loro ha una sua identità e una strada da percorrere, che alla fine li porterà a ritrovarsi, come fratelli e come famiglia. Uniti da un affetto sincero, seppur duramente messo alla prova dalla sofferenza legata alla situazione della madre, Nour e gli altri crescono, maturano, in un’estate.
In quanto vera e propria disciplina, il canto si rivela, per il ragazzino, una tappa imprescindibile da affrontare. Lo studio, il rispetto, l’impegno, i sacrifici, hanno un’utilità non esclusivamente per le lezioni, quanto, soprattutto, per portare avanti un’esistenza consapevole, solida, soddisfacente.
Leggi anche: Autumn Beat | Su Prime Video un’opera prima a ritmo di beat e di cuore
Tra i personaggi più cruciali e riusciti, Sarah ne diviene il tramite, capace di cambiare la prospettiva e di mostrare uno spiraglio di luce dietro il buio. A patto di saper condividere la gioia di una canzone.