Tra le grandi protagoniste della Mostra di Venezia, che ha visto ieri la cerimonia di apertura, c’è anche Vanessa Redgrave. L’attrice britannica, che ha vinto decine di premi tra cui un premio Oscar nel 1978 per “Giulia” di Fred Zinnemann, ha ottenuto ieri sera il Leone d’Oro alla carriera. Un riconoscimento doveroso ad un’artista straordinaria, che ha voluto soffermarsi su quanto sta accadendo nel mondo in questi ultimi tempi, ed in particolare sul dramma dei rifugiati: un tema molto caldo soprattutto in Italia.
Vanessa Redgrave: “Sui rifugiati persa l’umanità”
L’attrice, che da sempre è un’attivista dei diritti politici e sociali, non ha usato mezzi termini per esprimere tutto il suo disappunto per l’evidente disinteresse dei governi di fronte a questa situazione. “Peso le parole ma mi verrebbe di bestemmiare su quanto non si fa sui rifugiati. I nostri governi hanno perso il senso della realtà e l’umanità“, ha detto la Redgrave all’ANSA.
Non è certo un caso se l’artista, che ha compiuto 81 anni, ha dedicato la sua prima opera da regista proprio al tema dei migranti: si tratta del documentario “Sea Sorrow” (Il dolore del mare), che è stato presentato alla Festa di Roma lo scorso autunno. “Ho fatto quel documentario perchè i bambini continuano a morire in mare“.
Vanessa Redgrave e quel legame con Venezia…
In riferimento al Leone d’Oro alla carriera consegnatole ieri sera, Vanessa Redgrave – che era accompagnata dal marito Franco Nero, ndr – si è detta “straordinariamente felice” per il prestigioso riconoscimento. L’attrice si è poi soffermata sul suo legame con Venezia anche dal punto di vista cinematografico.
“La scorsa estate stavo girando proprio a Venezia “The Aspern Papers” e molti anni fa ho girato “La vacanza” nelle paludi del Veneto – ha raccontato la Redgrave – Il mio personaggio parlava solo in dialetto veneziano. Credo di essere l’unica attrice non italiana ad aver recitato un intero ruolo in dialetto veneziano! Quindi un pò questo premio me lo sono meritato“.