Venezia 71: Il Giovane Favoloso, la recensione

Giacomo Leopardi (Elio Germano) prima di divenire il grande scrittore e poeta che conosciamo tutti, era un bambino prodigio cresciuto in una casa/biblioteca sotto lo sguardo di un padre orgoglioso e implacabile e di una madre cattolica e austera. La sua adolescenza si sviluppava tra lo studio continuo delle infinite opere della magione e il lavoro di traduzione presso alcuni colleghi e amici del padre che lo volevano parte del mondo cattolico. Ma il pensiero di Leopardi, nonostante i tempi di cattolicesimo assoluto, era già laico, lucido e capace di scorgere le molteplici ipocrisie della società e questo ne faceva un rivoluzionario ed un emarginato. Sfuggito da Recanati con Antonio Ranieri (Michele Riondino), Leopardi continuò la sua carriera letteraria, dovendo combattere però con la semicecità e le deformazioni che aggredivano da sempre il suo fragile corpo. Disagi che non gli impedirono, supportato da Ranieri e dai pochi che credevano nel suo incredibile talento, di scrivere alcune delle opere più belle e significative della letteratura mondiale e di divenire a ragione il giovane favoloso descritto da Anna Maria Ortese.

elio2Il Giovane Favoloso è in assoluto uno dei film più applauditi di questa 71° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e un motivo c’è: Elio Germano, un attore capace di portare sul grande schermo una figura complicata, sofferente e a suo modo sovversiva della storia italiana. Un attore capace di incarnare Giacomo Leopardi nelle sue fissazioni e nei suoi disagi fisici senza mai farne una macchietta. Un attore che costituisce il vero punto di forza del film di Martone: un’opera a suo modo semplice, di stampo quasi televisivo, resa però unica da un grande cast e da musiche suggestivamente moderne che contrastano con grande classe con l’atmosfera ottocentesca della pellicola. Il film di Martone segue poi la scia delle opere di Salvatores, cristallizzando le fantasie e i deliri di Leopardi in spettacolari scene oniriche che mostrano i suoi demoni interiori: dalla statua di sabbia che rappresenta la sua austera e fredda madre all’eruzione del Vesuvio che segna la fine del tutto raccontata nella sua celebre opera La Ginestra. Incredibili scene che rendono Il Giovane Favoloso un film romantico, nostalgico, che mette in immagini la vita, la tempra, il talento e la disillusione di Leopardi. Immagini che incantano e che inseriscono a ragione Il Giovane Favoloso tra le opere più quotate per la vittoria di questa 71° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.