“Qualcuno lo ha definito il film più ottimista di Alexander (Payne)” sottolinea Matt Damon durante la conferenza stampa della 74° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, riferendosi al film di apertura Downsizing, che lui stesso ritiene “una storia unica, originale e un potentissimo strumento di empatia“.
Negli anni ’80 ci ha pensato l’impacciato scienziato Wayne Szalinski, interpretato da Rick Moranis, a ridurre le dimensioni dei suoi figli con un improbabile esperimento nel film Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi di Joe Johnson, per poi farsi rubare recentemente la scena da Ant-man, il supereroe Marvel interpretato da Paul Rudd, che ha la capacità di alterare la sua massa corporea a seconda delle necessità. Oggi Alexander Payne, regista di Paradiso Amaro e Nebraska, sceglie di raccontare la miniaturizzazione per avvicinarsi alla fantascienza, con un film stravagante e ambizioso ambientato in un futuro prossimo.
12 cm di ricchezza
In Norvegia alcuni scienziati scoprono come ridurre drasticamente le dimensioni di un essere umano, segnando una rivoluzione per il pianeta che può ridefinire i dati del consumo energetico, risparmiando così risorse e denaro. Accettando di prendere parte a questo processo innovativo e irreversibile, ogni volontario spera di iniziare una vita migliore, anche grazie alla valutazione economica dei propri beni. Paul Safranek (Matt Damon) decide infatti di unirsi alla comunità dei minuscoli insieme alla moglie per cambiare vita, con la promessa di lusso e comfort a Leisureland, ma non tutto va secondo i piani.
Downsizing è un film che rispetta lo stile canonico di Alexander Payne, con una sceneggiatura sospesa costantemente tra dramma e umorismo, che invita lo spettatore in una dimensione tragicomica che incuriosisce e diverte, soprattutto nella prima parte. “Sono un fan di Checov. Lui ha cominciato a scrivere sketch satirici e, negli anni, non ha mai perso il tocco di umorismo. Da lui abbiamo imparato che per un effetto emotivo bisogna contrapporre un background freddo” ha spiegato lo sceneggiatore Jim Taylor. Dal momento in cui Paul diventa un cittadino di Leisureland però, il film rallenta e sembra dimenticarsi della straordinarietà dell’evento che dovrebbe invece restare il cuore pulsante del film. Nella seconda parte di Downsizing non ha più importanza la statura dei personaggi, salvo qualche piccolo stratagemma ideato dagli sceneggiatori per divertire il pubblico. Matt Damon interpreta un ruolo già visto troppe volte, quello del bravo ragazzo onesto e sensibile, che non gli permette di esprimere qualcosa in più.
Diventare minuscoli per essere felici
L’invito alla miniaturizzazione viene promosso come un biglietto di sola andata per la felicità, ma come spesso accade “non è tutto oro quel che luccica” e l’idea di non poter tornare più indietro provoca ansia e stress nei protagonisti che scelgono di percorrere questa strada verso l’ignoto. Un valido aiuto nella scelta dell’estrema trasformazione è la promessa di un upgrade all’interno di una società vergine, dove non esiste crimine e violenza, dove tutto è apparentemente perfetto. Ma la natura umana prima o poi torna a mostrare la sua vera identità e l’equilibrio vacilla. Le differenze di classe, il divario tra ricchi e poveri, i problemi dell’immigrazione, del razzismo, restano gli stessi anche in una società di persone alte poco più di 12 cm. Al centro della sceneggiatura una riflessione ambientale che punta i riflettori sul rapido esaurimento delle risorse del pianeta Terra e il cambiamento climatico che potrebbe portare ad una fine senza speranza.
Un film cosmopolita
Payne trova lo spazio anche per una storia d’amore, coinvolgendo l’attrice Hong Chau che regala l’interpretazione più convincente ed ironica del film, nei panni di una vietnamita rivoluzionaria con una gamba amputata e un temperamento combattivo e altruista. “Una storia umana su come tratti il vicino di casa!” ha definito Hong Chau Downsizing in conferenza. Numerosi cammei celebri come Neil Patrick Harris, Laura Dern, Jason Sudeikis impreziosiscono il cast, mentre Christoph Waltz è la spalla di Damon in un ruolo eccentrico ma canonico per lui.
Un film dal sapore internazionale con un cast cosmopolita, che intrattiene, diverte, e lascia anche un profondo senso di inquietudine. Un’avventura sconnessa che forse vuole mettere troppa carne al fuoco, e si accontenta di essere incompleto.