Venezia 77 | The Duke | La nuova commedia di Roger Michell

Direttamente dalla 77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la commedia inglese The Duke, diretta da Roger Michell (Notting Hill), approda al Lido Fuori Concorso. Sceneggiata da Richard Bean e Clive Coleman, si rifà ad avvenimenti realmente accaduti.

The Duke | La sinossi del film

Nel 1961 Kempton Bunton, ossessionato da un’idea di giustizia per i diritti del popolo, ruba un famoso dipinto di Goya dalla National Gallery di Londra. Scontrandosi con la moglie, che di fatto porta avanti da sola la famiglia, tra lavoro e faccende casalinghe, sarà portato a mentire e trovare un modo per far valere le proprie idee senza innescare guerre familiari. Quando si troverà costretto a fare i conti con la legge, proverà in tutti i modi a scamparla puntando su una sorta di redenzione alla Robin Hood.

The Duke | La recensione del film

Il film si presenta come una commedia intrisa di umorismo inglese, che porta ai nostri occhi un avvenimento reale, in parte drammatico, ma narrato in maniera deliziosa. La scrittura è decisamente il punto forte, dialoghi curati divinamente che portano spesso a sdrammatizzare in modo intelligente situazioni delicate.

In conferenza stampa il protagonista Jim Broadbent, colosso attoriale che molto spesso si nasconde nell’ombra giocando il ruolo del caratterista, ha dichiarato che per lui è stato fondamentale cercare di trasmettere un equilibrio tra il lato positivo e quello negativo di Kempton. Questa figura infatti, è da una parte tormentata al solo pensiero che i diritti di tutti non vengano rispettati, provando in ogni modo a battersi per essi anche a discapito di sè stesso, dall’altra peró è che non è solo, ha una moglie e due figli, pertanto ogni suo fallimento si specchia su di loro.

the duke

L’ironia che viene messa in scena è talmente elegante e raffinata, da farti ridere per tutta la durata ma in modo sofisticato e razionale. Helen Mirren scende in campo per ricoprire il ruolo della moglie e lo fa egregiamente come suo solito, mentre nei panni di uno dei figli vediamo direttamente da “Dunkirk” Fionn Whitehead, anche lui perfettamente in parte. Il feeling tra i personaggi sembra tangibile, concreto e forte, supportato poi da una regia opportuna per una commedia di questo genere ed un montaggio dinamico e frizzante, portano ad un risultato ottimale.

Le musiche poi giocano un ruolo essenziale, sono di supporto estremo al raggiungimento del clima ideale, fondamentali per travolgere lo spettatore appieno. Delineata da un ritmo grandioso, una durata giusta ed un intrattenimento dedicato ad ogni fascia d’età, la pellicola risulta un gioiellino del genere, che spero con tutto il cuore verrà distribuita in Italia e il prima possibile, visto anche il possibile giovamento che potrebbe dare al periodo di ripartenza cinematografica.

Concludendo posso ammettere che, mediante qualche escamotage ed una sana dose di eventi romanzati, il film riesce benissimo nell’intento e dona un’iniezione di buonumore, che di questi tempi non fa affatto male.