La prima giornata del BilBolBul 2013 apre con un omaggio ad uno dei maestri contemporanei della letteratura disegnata , Vittorio Giardino, uno tra i protagonisti di maggior rilievo di questa edizione del Festival Internazionale del Fumetto di Bologna, curata dall’associazione culturale Hamelin. Oggi presso la Scuola di Lettere e Beni Culturali della città emiliana, il famoso fumettista con trent’anni di carriera alle spalle, ha incontrato il pubblico e ha raccontato la sua esperienza personale e professionale, trattando i punti fondamentali della sua tecnica e confessando le scelte e le emozioni che lo hanno portato a fare del disegno la sua vita.
“Disegno da prima di saper scrivere” ha dichiarato, ricordando di aver cominciato a disegnare all’età di quattro anni, anche se la sua vita non è stata subito animata dall’immagine e dal colore, poichè per circa dieci anni Giardino è ingegnere elettronico, fino al 1978, anno in cui il fumetto entra nella sua vita, dapprima in punta di piedi e poi come un ‘furore divino‘. “L’artista realizza un’opera in preda ad un furore divino. All’inizio disegnavo come hobby nel weekend o in alcune piccole pause giornaliere, ma ben presto mi sono reso conto che il lavoro del fumettista è un lavoro impegnativo, non adatto a tempi ridotti“. Il fumetto per lui, si serve di parole e immagini a differenza della letteratura, ma “il disegno tuttavia racconta“. Infatti dichiara l’artista: “Quando realizzo manifesti o copertine con un’immagine singola, c’è sempre un racconto”. Come nel cinema, dal quale Giardino trae ispirazione, le parole e le immagini risultano indispensabili le une alle altre, ma nel fumetto contemporaneo l’immagine supera le parole. Il cinema gioca un ruolo molto rilevante nell’arte di Giardino, che riprende molto il cinema classico hollywoodiano, in particolare richiamando atmosfere noir e poliziesche all’interno delle quali si muovono i suoi personaggi che egli considera un vero e proprio espediente narrativo e ,a livello profondo, persone che vivono con una propria autonomia.
” Il personaggio è diverso dalla maschera per la capacità di contraddistinguersi” dichiara l’artista, sottolineando il fatto di conoscere benissimo i propri personaggi, dalla loro nascita alla data della loro morte, e questa profonda conoscenza gli permette di farli agire nel modo giusto all’interno dell’azione. Tra i suoi personaggi più importanti si possono ricordare Sam Pezzo, un anti-eroe che si muove in una città che sovrappone la metropoli americana stile noir alla Bologna degli anni 80, e Max Fridman, una spia che attraversa l’Europa sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale, fino a Jonas Fink, giovane ebreo nell’Ungheria comunista del dopoguerra. Tutti si muovono all’interno di una collisione con il potere, poichè è intenzione dell’artista raccontare la parte dei più deboli mettendo tuttavia in luce i punti deboli dei potenti.
Al termine dell’incontro l’artista Vittorio Giardino ha inaugurato la mostra La Quinta Verità, scelta per aprire il BilBolBul, che sarà aperta al pubblico fino al 1 Aprile presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.
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Vittorio Giardino al Bil BolBul 21013
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