Wes Anderson in una curiosa intervista

Oggi il regista Wes Anderson si trova al Festival di Cannes per aprire l’evento con la presentazione del suo nuovo film Moorise Kingdom. Vi riproponiamo un estratto di una sua intervista rilasciata al giornale Liberation nel 2009 in occasione dell’uscita di Fantastic Mr. Fox.

Che film non ti permettevano di vedere i tuoi genitori? Apocalypse Now.

Una scena iconica che ti ossessiona?
La fine di Amarcord, di Fellini.

Se hai diretto un remake: quale?
Ruggles of Red Gap di Leo McCarey.

Il film che hai visto più spesso?
Taxi Driver.

Chi o cosa ti fa ridere?
Bill Murray.

La tua vita diventa un film biografico …
Preferisco non pensarci.

Il regista finale?
Jean Renoir.

Il film che solo tu conosci?
Un film brillante chiamato Girlfriends, di cui Stanley Kubrick ha parlato in un’intervista. Molto bello, ma molto difficile da trovare.

Una citazione da un dialogo che conosci a memoria?
Mi piacciono tutte le risposte di Boris Lermontov in The Red Shoes di Michael Powell .

L’attore che avresti voluto essere?
Ben Johnson in The Last Picture Show di Peter Bogdanovich.

L’ultimo film che hai visto? Con chi? Com’è stato?
Gli abbracci spezzati di Pedro Almodóvar. Da solo a Londra.

Chi è l’ artista meglio vestito?
Mi piace lo stile del regista Michael Lindsay-Hogg  [detto anche Goddard e, in particolare autore di The Object of Beauty e Frankie Starlight, ndr].

Se qualcuno ti chiama cinefilo, come reagisci?
Nessuno ha mai detto questo al mio viso.

Un libro che ami ma che è impossibile da adattare?
Un meraviglioso libro intitolato The Visual Display of Quantitative Informations di Edward R. Tufte [un manuale sulle regole per la creazione di grafici di ogni genere a partire dai dati quantitativi, ndr].

Qualcosa che davvero non può stare in un film?
La prima volta che ho lasciato un cinema durante la proiezione, era mentre proiettavano The Fiendish Plot of Dr. Fu Manchu. Persino i bambini erano consapevoli che questo film non aveva funzionato.

Il cinema sta morendo. Hai un epitaffio?
Preferisco non pensarci…