La nuova affascinante e determinata Wonder Woman ha debuttato pochi minuti nel film Batman V Superman dello scorso anno, ma il 1° Giugno 2017 arriva nelle sale italiane il film completamente dedicato all’eroina Amazzone, creata da William Moulton Marston negli anni ’40, quando il mondo era impegnato nella feroce Seconda Guerra Mondiale.
Anticipando la Marvel che, solo nel 2019, farà scendere in campo Brie Larson nei panni di Captain Marvel, la Dc Comics ha scelto di raccontare l’avventura della Principessa Diana di Themiscyra, dalle origini sullo sfondo della luminosa e paradisiaca Isola delle Amazzoni, al grigio e fangoso fronte dove si consuma l’aspro conflitto mondiale responsabile di milioni di vittime innocenti.
Le origini di Wonder Woman
Diana è una bambina testarda che vuole imparare l’arte del combattimento nonostante la disapprovazione della madre Ippolita, Regina del suo popolo. La zia Antiope è una guerriera coraggiosa che si allena ogni giorno in previsione di un attacco di Ares, il Dio della Guerra, che già in passato ha seminato il terrore in quei luoghi. Un’anima ribelle guida le azioni di Diana che cresce con l’unico scopo di proteggere il mondo al servizio del bene. Dopotutto “Zeus ha creato le Amazzoni per influenzare il cuore degli uomini e riportare la pace sulla Terra” come spiega la voce narrante che illustra l’antefatto e, quando il soldato Steve Trevor, interpretato da Chris Pine, precipita sull’Isola per sbaglio, Diana comincia a comprendere realmente la sua missione. Raggiunge così la Terra per combattere i nazisti, sulle tracce del Dio Ares che deve essere fermato.
La regia femminile fa la differenza
L’ex modella israeliana Gal Gadot rende sicuramente giustizia all’eroina Dc Comics che molti di noi hanno conosciuto con Linda Carter nella celebre serie tv degli anni ’70. Il film esalta la sua bellezza fuori dal comune, fondamentale per rendere l’idea di una divinità irraggiungibile che scende al livello degli uomini, in nome della compassione e di un puro idealismo. Patty Jenkins, prima regista donna al timone di un cinecomic, fa risplendere la sua protagonista in sequenze di azione evocative e coinvolgenti, con combattimenti acrobatici in cui si avverte l’influenza di Zack Snyder come produttore esecutivo, per l’utilizzo dello slow motion a lui tanto caro. Ed è proprio la scelta di una direzione femminile forse a rendere Wonder Woman diverso dagli altri film di supereroi che abbiamo visto fino ad oggi.
L’azione sulla scena, l’ironia nei dialoghi, e gli effetti speciali moderati, sono arricchiti da una morale apparentemente banale che nasconde molte sfumature per chi ha la pazienza di andare oltre la superficie. La Jenkins, nuova ai film di azione e di fantascienza, viene da un cinema impegnato con il drammatico ed intenso Monster e la serie tv The Killing. Pertanto riesce a contenere la componente super in una dimensione emotiva intelligente, che sembra unire il cinecomic più classico con un buon war movie lasciando spazio anche ad una romantica storia d’amore. Il rapporto di Steve e Diana è centrale nella sceneggiatura e regala anche momenti ricchi di humour nel confronto tra lo scetticismo e la razionalità della spia inglese e l’ingenuità impulsiva della principessa Amazzone.
“Non c’è un cattivo a cui dare la colpa”
Scritto da Allan Heinberg e Geoff Johns da un soggetto di Zack Snyder e Allan Heinberg, Wonder Woman è immerso in un’ambientazione storica verosimile per analizzare l’idea del libero arbitrio, mettendo un’eroina carismatica e impavida di fronte all’orrore della guerra che rende gli uomini corrotti. “Non c’è un cattivo a cui dare la colpa” recita il personaggio di Pine quando le cose si mettono male, sottolineando l’assenza di un villain principale in questo film che si rivela tuttavia un ulteriore punto di forza. Il bene e il male sono spesso confusi dal punto di vista umano, mentre Diana sembra avere le idee chiare su come salvare il mondo eliminando una minaccia con un nome e un volto. Ma quando scopre che la realtà è più complicata di così vengono alla luce le sue fragilità. L’assenza di un solo colpevole fa più paura.
Anche un cuore divino si spezza
Da una parte c’è una donna innamorata e altruista che percepisce il dolore della violenza in prima persona, e dall’altra una divinità forte e coraggiosa che vuole portare al termine la sua missione a tutti i costi. Visivamente ipnotica la scena della consapevolezza di Diana avvolta nel fumo arancione del gas letale lanciato dall’esercito tedesco, che nasconde migliaia di morti innocenti che lei non è riuscita a salvare. La Jenkins presenta il lato umano della protagonista ferita dalla brutalità degli eventi lontani dalla sua immaginazione.
Wonder Woman è un film che intrattiene, diverte ed invita a riflettere, mantenendo quello stile Dc Comics spesso più dark ed emotivo delle avventure Marvel, le cui sceneggiature spesso sono invase da un numero eccessivo di siparietti comici invece di concentrarsi sul contenuto.