Dal 13 al 19 settembre l’ottava edizione del RomaFictionFest, diretto da Carlo Freccero: 7256 minuti di proiezioni, 4 anteprima mondiali, 43 anteprime internazionali, 6 italiane. “C’è un fiorire di serialità attraverso cui abbiamo cercato di fotografare un immaginario, perché dove non arriva la politica arriva la fiction” così Carlo Freccero, direttore artistico del RomaFictionFest, ha annunciato le novità dell’ottava edizione in programma dal 13 al 19 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Sette giorni di proiezioni, 4 anteprime mondiali, 43 anteprime internazionali, 6 anteprime italiane, un focus sulla Turchia e 7265 minuti di proiezione complessivi, 21 paesi rappresentati, 2 giorni e 2 maratone per i più piccoli e 4 incontri e approfondimenti. “Si è lavorato con passione – ha spiegato Freccero – con lo sguardo rivolto all’audience e all’autorevolezza – e ha aggiunto – lo slogan è ‘fingiamo che sia fiction’ perché in un momento di crisi del talk politico, in cui il blablabla vede tutto indistinto e grigio, ecco che la fiction permette di capire il mondo che ci circonda, meglio dei programmi giornalistici”.
Dopo il sabato e la domenica dedicati alla maratone The Walking Dead e ai prodotti Kids & Teens con l’anteprima de L’Ape Maia e Tartarughe Ninja – il film, ad aprire il Festival sarà la fiction Qualunque cosa succeda, dedicata a Giorgio Ambrosoli: “un personaggio che ha scardinato qualcosa di fondamentale” ha precisato Freccero. Mentre sul fronte delle anteprime internazionali arriva in conferenza stampa la conferma per American Crime che andrà in onda nel 2015 sulla Abc, una tragedia americana firmata dallo sceneggiatore Premio Oscar John Ridley; in anteprima mondiale la nuova serie dell’autrice di Scandal e Grey’s Anatomy Shonda Rhimes intitolata How to get away with murder per il filone psycho- thriller Fargo, la miniserie prodotta dai fratelli Coen nel trentennale della loro carriera. Per il political drama House of Cards con i primi due episodi della seconda stagione e una maratona di 4 ore dedicata alla serie originale inglese del 1990 e Orange is the new black per il filone Queer insieme a Transparent . Ancora, per il genere Sci-Fi The After, la serie firmata da Chris Carter, l’autore di X Files e per l’horror The Strain firmata Carlton Cuse di Lost. Mentre dall’Europa Trois Fois Manon, esempio della migliore televisione rivolta al sociale e, in particolare per l’Italia, l’anticipazione di 1992, la serie Sky su tangentopoli; Il Bosco, giallo dal sapore lynchiano, Ragion di Stato di Marco Pontecorvo e Il Candidato, una satira politica con Filippo Timi protagonista.
Per Marco Follini, Presidente dell’Associazione Produttori Televisivi (Apt), l’ente organizzatore del RomaFictionFest, “orgoglio, sobrietà e rivisitazione critica sono le tre parole d’ordine di questa ottava edizione”. Follini ha anche sottolineato come l’edizione del 2014 stia riuscendo ad abbinare qualità e sobrietà, con un costo complessivo di 1,6 milioni di euro ben più contenuto rispetto ai quasi 7 milioni del 2010, quando l’organizzazione non era curata da Apt.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha assicurato che “il RomaFictionFest non è una parentesi nel deserto, ma un’opportunità per rilanciare il ruolo guida del Lazio in questo settore – e ha spiegato – la prima legge che il consiglio regionale ha approvato è stata quella su cinema e audiovisivo, dopo 36 anni è stata approvata la legge sullo spettacolo dal vivo, abbiamo ricostituito la Film Commission e confermato 15 milioni per l’audiovisivo oltre a sostenere la Festa del Cinema con grande convinzione”. “La fiction nella nostra regione crea lavoro, creatività, cultura, produzione con circa 4.000 imprese e oltre 20.000 addetti – ha sottolineato Zingaretti – e si sa che ogni euro investito in questo comparto significa 3,20 euro di ritorno in termini di lavoro, di crescita, di fiscalità” . “Il Festival è inoltre un esempio di bella cooperazione tra diverse istituzioni italiane che hanno lavorato in sintonia – ha concluso Zingaretti – creando un valore aggiunto e dimostrando anche che si può lavorare spendendo poco, poco più di un milione e mezzo”.