Zombeavers, la recensione dell’horror più trash del 2015

Dopo squali, coccodrilli e piranha arrivano i castori-zombie. Ebbene sì, i roditori più teneri del pianeta sono i crudeli protagonisti di Zombeavers, un film talmente sciocco e insensato da risultare imperdibile per gli amanti del trash. La storia ruota intorno a tre ragazze che, dopo aver deciso di passare un weekend lontano dai rispettivi fidanzati, finiscono nella solita baita dispersa nel nulla. Come è facile immaginare la vacanza si trasformerà in un incubo per le tre giovani protagoniste perché, in seguito alla fuoriuscita di un liquido radioattivo nelle acque del lago, i castori diventeranno dei famelici zombie. E non è tutto, perché chi sopravvivrà al morso dei roditori, si trasformerà a sua volta in un castoro-zombie in un tripudio di follia e orrore.

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Zombeavers è un horror che si ricollega al Black Sheep di Jonathan King. Anche in questo caso delle adorabili e mansuete creature diventano dei mostri degni dei migliori splatter di Peter Jackson e Sam Raimi. Eppure se Black Sleep aveva degli effetti speciali curati dalla Weta Digital, lo stesso non si può dire di Zombeavers, uno dei prodotti più grossolani che abbiamo avuto la sfortuna di vedere. Jordan Rubin infatti, partendo da un incipit assurdo ma efficace, sviluppa un film scritto, diretto e interpretato nel peggiore dei modi. Le battute dei protagonisti e le dinamiche tra loro rasentano il demenziale e l’animazione dei castori è troppo rozza per essere considerata lontanamente accettabile. Ed è un peccato perché Zombeavers aveva tutti i presupposti per regalare il divertimento, la follia e l’orrore dei classici del cinema di genere. Tutto ha però un limite, perfino il trash. I prodotti della Troma hanno infatti il pregio di divertire lo spettatore grazie a un mix efficace di idiozia e violenza; Zombeavers invece risulta debole anche nel gore, immotivatamente assente in un’opera che, parlando di castori-assassini, avrebbe dovuto spingere l’acceleratore sul fattore splatter per risultare minimamente convincente. Ma così non è stato. Speriamo che in futuro qualche abile autore dia una seconda chance ai roditori-zombie, perché è una idea che ci piace troppo per vederla realizzata solo in questo deludente film di Jordan Rubin.

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By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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